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L' Assegno Divorzile e la Dichiarazione dei Redditi

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Assegno Divorzile

L'Assegno Divorzile e la Dichiarazione dei Redditi : La dichiarazione dei redditi può valere per il calcolo dell'assegno divorzile?

Agenzia Investigativa delle Alpi specializzata indagini Assegno divorzile e dichiarazione dei Redditi

L'assegno divorzile è un meccanismo legale che mira a garantire un sostegno finanziario al coniuge che può trovarsi in una situazione di svantaggio economico a seguito della separazione. In questo articolo, esploreremo cosa sia l'assegno divorzile e come influisca sulla dichiarazione dei redditi.

Cos'è l'Assegno Divorzile?

L'assegno divorzile è un aspetto cruciale delle questioni finanziarie che emergono durante un processo di divorzio. Si tratta di un pagamento periodico che uno dei coniugi può essere tenuto a versare all'altro in base alle decisioni della sentenza di divorzio. L'art. 5 comma 6 della legge sul divorzio prevede l'assegno divorzile: “Con la sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio il tribunale, tenuto conto delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione, del contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio di ciascuno o di quello comune, del reddito di entrambi dispone l’obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell’altro un assegno quando quest’ultimo non ha mezzi adeguati o non può procurarseli per ragioni oggettive”. La principale finalità dell'assegno divorzile è quella di garantire un sostegno finanziario al coniuge che si trova in una posizione economicamente più debole. Pertanto, nel caso in un coniuge non abbia sufficienti risorse finanziarie, l'altro deve corrispondere l'assegno.

Cosa dice la Giurisprudenza Italiana?

La legislazione italiana regolamenta l'assegno divorzile, noto anche come assegno di divorzio o assegno di mantenimento, attraverso diverse disposizioni normative. La normativa principale che disciplina l'assegno divorzile in Italia è il Codice Civile. Di seguito, fornirò un riepilogo delle principali disposizioni relative all'assegno divorzile in base al diritto italiano.

Assegno Divorzile in base al Codice Civile Italiano:


  1. Articolo 156 del Codice Civile: L'articolo 156 del Codice Civile italiano disciplina l'assegno divorzile. Esso stabilisce che in caso di divorzio, il coniuge che non ha i mezzi sufficienti per provvedere al proprio sostentamento e che si trova in uno stato di bisogno, ha diritto di ottenere dall'altro coniuge un assegno adeguato alle proprie esigenze.
  2. Criteri per la Determinazione dell'Assegno: La legge italiana stabilisce che la determinazione dell'importo dell'assegno deve tener conto delle condizioni economiche e sociali dei coniugi, della durata del matrimonio, delle eventuali colpe nella rottura del matrimonio, dell'età e dello stato di salute dei coniugi, delle opportunità lavorative e della capacità di guadagno di ciascun coniuge.
  3. Limiti e Durata dell'Assegno: L'assegno divorzile può essere concesso a titolo temporaneo o a titolo definitivo. La sua durata può variare in base alle circostanze specifiche del caso. Inoltre, la legge italiana prevede che l'assegno non debba eccedere la misura del mantenimento che il coniuge aveva durante il matrimonio.
  4. Obblighi di Contribuzione Equa: La legislazione mira a garantire un equo contributo tra i coniugi nel mantenimento del tenore di vita cui erano abituati durante il matrimonio. Tuttavia, la legge tiene anche conto della capacità di guadagno e delle risorse disponibili di ciascun coniuge.
  5. Accordi Tra le Parti: Le parti possono concordare in modo autonomo gli importi e le modalità di pagamento dell'assegno divorzile. Questi accordi devono essere ratificati dal giudice per garantire che siano conformi alla legge e che non ledano i diritti delle parti più deboli.


È importante sottolineare che ogni situazione di divorzio è unica, e la determinazione dell'assegno divorzile avviene caso per caso.

Agenzia Investigativa delle Alpi specializzata indagini Assegno divorzile e dichiarazione dei redditi

È possibile portare in dichiarazione l'assegno di mantenimento?

L'ex coniuge, che eroga l'assegno di mantenimento, può portare l'assegno di mantenimento in dichiarazione? A questa domanda risponde un'articolo pubblicato il 19 Maggio 2023 da il Giornale.it. Nell'articolo si può leggere che "In sede di dichiarazione dei redditi, per l’ex coniuge che eroga l’assegno di mantenimento i versamenti effettuati vengono considerati oneri deducibili in quanto riducono il reddito; pertanto i versamenti abbattono la base imponibile Irpef, permettendo di pagare meno tasse.

Le deduzioni sono valide, però, solo nel caso in cui ci si trovi in una situazione di:

  • separazione legale ed effettiva.
  • scioglimento o annullamento del matrimonio.
  • cessazione degli effetti civili del matrimonio.

In questi casi è possibile portare in dichiarazione dei redditi i versamenti di mantenimento salvo alcuni casi; difatti non sono deducibili:


  • le somme corrisposte in unica soluzione nei confronti del coniuge separato o divorziato.
  • l’assegno corrisposto al coniuge una tantum.
  • le somme a titolo di quota di mutuo, laddove versata in sostituzione dell’assegno di mantenimento a seguito di rinuncia dall’ex coniuge avente diritto.

Occorre ricordarsi, dunque, che esiste una differenza fiscalmente importate tra i due ex coniugi: la persona che versa l’assegno di mantenimento può portare le somme in deduzione fiscale; la persona beneficiaria, invece, deve tassare la somma percepita in quanto questa concorre a “generare” reddito.

Infine c’è un ulteriore aspetto importante da prendere in considerazione, che riguarda l’assegno per i figli." Per leggere l'articolo completo pubblicato su il Giornale.it clicca qui.

La dichiarazione dei redditi può valere per il calcolo dell'assegno divorzile?

Quando parliamo dell'importo dell'Assegno divorzile quale ruolo ha la dichiarazione dei redditi? Per calcolare l'assegno di divorzio bisogna tenere in considerazione diverse variabili. Ad esempio lo squilibrio economico dei coniugi oltre che il ruolo famigliare del richiedente. La Suprema Corte si è espressa in merito. Con l'ordinanza n. 32644/2022, la Corte, nega l'assegno di mantenimento all'ex moglie. La donna infatti svolgeva un'attività lavorativa in grado di garantirle  un autosufficienza economica. Pertanto i redditi della stessa risultano essere adeguati, anche se, non indicati nella dichiarazione prodotta. La Corte di Cassazione si è nuovamente espressa in merito con l'ordinanza n. 33381. Il questo caso si fa riferimento al fatto che, per sopravvenute difficoltà economiche, l'ex marito rifiutava di corrispondere l'assegno all'ex moglie.  In questo caso la Suprema Corte stabilisce che la dichiarazione dei redditi rappresenta un'indicazione della capacità economica. Pertanto qualora vi siano altre risultanze, probatoriamente valide, in grado di dimostrare la possibilità di corrispondere l'assegno di mantenimento la dichiarazione costituisce un mero indizio. 

Il Ruolo cruciale dell'Agenzia Investigativa

Affidarsi ad un'Agenzia Investigativa può rappresentare un ruolo cruciale, può ad esempio essere necessario al fine di acquisire dati e prove utili al fine di richiedere una rivalutazione dell'assegno di mantenimento, documentare l'effettiva condizione patrimoniale dell'ex coniuge, documentare il tenore di vita e molto altro. Dal oltre 30 anni Agenzia Investigativa delle Alpi è specializzata nelle Indagini per Aumento e Diminuzione dell'Assegno di Mantenimento. Tutte le prove emerse hanno valenza in Sede di Giudizio. 


Cosa è possibile dimostrare con le indagini per la rivalutazione dell'assegno di mantenimento


  • Dimostrare il mutamento Lavorativo dell’ex coniuge, tramite eventuali attività lavorative anche non dichiarate (c.d. in nero) tale da permettere la rivalutazione del mantenimento;
  • Dimostrare il mutamento della situazione affettiva dell’ex coniuge e l’eventuale esistenza di una nuova convivenza non dichiarata tale da permettere la rivalutazione del mantenimento;
  • Dimostrare il tenore di vita dell’ex coniuge in rapporto al reddito globale tale da permettere la rivalutazione del mantenimento:
  • Permette di acquisire dati e prove, fotografiche e video, da utilizzare avanti il Giudice Competente.

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