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INDAGINI DIRITTO DEL LAVORO : LE SENTENZE CORTE DI CASSAZIONE

Il processo italiano è composto da tre gradi di giudizio; l’ultimo grado, a differenza degli altri, è uguale sia nel Processo Penale sia in quello Civile ed è la Cassazione. La Corte di Cassazione ha il compito di garantire l’esatta interpretazione e applicazione della Legge. Il ricorso in Cassazione può essere presentato contro i provvedimenti emessi dai giudici ordinari nel grado di appello o nel grado unico. Qualora la Corte trovi un vizio, ha il potere di emanare un principio, vincolante per il giudice del rinvio. Anche se la Corte di Cassazione non è vincolante quando i giudici devono decidere cause diverse, il parere della Corte rimane comunque da ritenersi molto influente. I giudici delle giurisdizioni inferiori, infatti, si conformano alle decisioni della Corte di Cassazione nella maggior parte dei casi.

Sentenza, Corte di Cassazione n. 6236 del 2001

Questa sentenza si occupa del caso di un lavoratore dipendente. Lo stesso simulava in maniera fraudolenta il suo stato di malattia, stato che, in teoria, non gli avrebbe consentito di operare le sue normali funzioni lavorative. Per stabilire la reale esistenza di questo stato di malattia o comunque la non idoneità di questo a determinare uno stato di incapacità lavorativa, può essere utilizzato l’impiego di un'Agenzia Investigativa. Ciò viene riconosciuto, anche in ragione delle difficoltà che il datore di lavoro può incontrare nel riconoscimento di questi comportamenti fraudolenti.

Sentenza, Corte di Cassazione 15365 del 4 luglio 2014

Caso di un dipendente che durante il periodo di presunta “malattia” effettuava la stessa prestazione lavorativa presso una diversa azienda. Il lavoratore, in seguito a diversi gradi di giudizio, viene licenziato. A questo punto è il lavoratore licenziato che si rivolge alla Corte di Cassazione. Il lavoratore sosteneva l’insufficienza della motivazione. I giudici della Corte con la sentenza 15365 del 4 luglio del 2014 non accolgono le motivazioni e quindi confermano il licenziamento.

In questo caso è lecito avvalersi di un'agenzia investigativa, per accertare il comportamento del dipendente e produrre così prove che avranno una rilevanza all‘interno del giudizio.


Sentenza, Corte di Cassazione n. 17133 del 16 Agosto 2016
Con questa sentenza la Corte ha stabilito che il datore di lavoro può legittimamente rivolgersi ad una agenzia investigativa per verificare le condotte dei propri dipendenti, se vi è il sospetto che tali condotte possano influenzare in maniera negativa l’adempimento della prestazione.
Nel caso concreto i giudici hanno esaminato il ricorso di un uomo, che è stato licenziato in seguito al fatto di avere simulato fraudolentemente il suo stato di malattia. Il lavoratore aveva impugnato il licenziamento, lamentando la violazione di alcuni articoli dello Statuto dei Lavoratori, in quanto la datrice di lavoro aveva utilizzato un'agenzia investigativa per accertare l’attendibilità della certificazione medica.

La Corte ritiene più che fondato l’utilizzo di un'agenzia investigativa, ben potendo il datore di lavoro decidere autonomamente come e quando compiere il controllo, essendo il prestatore d’opera tenuto ad operare diligentemente per tutto il corso del rapporto di lavoro. 


Sentenza, Corte di Cassazione n. 25674 del 4 dicembre 2014

Con questa sentenza riusciamo a consolidare saldamente il prezioso utilizzo di un'agenzia investigativa, per tutelare l’azienda rispetto a determinati illeciti e alla tutela del patrimonio aziendale. Nel caso concreto si fa riferimento ad una cassiera, il cui datore di lavoro ha il forte sospetto che sottragga delle somme di denaro dalla cassa. In questo caso avvalendosi dell'utilizzo di un'agenzia investigativa è stato possibile accertare e documentare l’attività illecita della dipendente e quindi procedere al licenziamento. Anche la corte ha legittimato il licenziamento, trattandosi di controlli diretti a verificare eventuali sottrazioni di cassa.


Sentenza, Corte di Cassazione 12489 del 2011

L’azienda può legittimamente avvalersi di un'agenzia di investigazione per verificare eventuali comportamenti illeciti dei propri dipendenti. In caso di esito positivo si potrà anche licenziare. Avvalersi dell'aiuto di un'Agenzia Investigativa è lecito. Il caso concreto fa riferimento ad un lavoratore dipendente addetto alla cassa; l’intervento di un'agenzia investigativa è valido non solo per la ripetitività degli illeciti, ma anche in ragione del solo sospetto o della eventuale ipotesi che gli illeciti siano in esecuzione.


Sentenza, Corte di Cassazione n. 9217 del 6 maggio 2016

Questo caso fa riferimento al licenziamento di una persona che ha richiesto l’utilizzo dei permessi che la Legge 104/1992 le concedeva. Se il dipendente utilizza solo parzialmente i permessi per assistere la persona bisognosa, utilizzando il tempo rimanente per scopi personali, commette un abuso del diritto che mina la fiducia del datore di lavoro e giustifica il licenziamento. In seguito al lavoro svolto da un istituto di investigazione privata è stato possibile riscontrare che il lavoratore si recava a casa della persona che avrebbe dovuto assistere, per un periodo di tempo inferiore al previsto. Secondo il parere dei giudici della Corte di Cassazione il ricorso ad un investigatore privato non costituisce violazione delle norme dello Statuto dei Lavoratori.

INDAGINI CONTROLLO DIPENDENTI

Sentenza, Corte di Cassazione n. 20440 del 12 ottobre 2015

Sistema Satellitare GPS:

Con questa sentenza, la Corte afferma la piena legittimità del licenziamento effettuato in seguito a controlli attuati a distanza da un istituto di investigazione, con l’utilizzo del sistema satellitare di GPS. Il datore di lavoro può, rivolgendosi ad un'agenzia investigativa, tracciare i movimenti del dipendente che durante l’orario di lavoro si allontana dall’azienda. I giudici ritengono che sia corretto avvalersi di un'agenzia investigativa per monitorare il dipendente, anche grazie a strumenti come il sistema satellitare di GPS che può essere legittimamente applicato sotto la macchina aziendale. Non c'è privacy che tenga. Nel caso di specie, la Corte ha dichiarato legittimo il licenziamento disciplinare intimato ad un lavoratore addetto al coordinamento di un gruppo di operatori ecologici poiché, durante l’orario di lavoro, si era allontanato dalla sede aziendale per trattenersi presso bar o tavole calde a ridere e scherzare con i propri colleghi.

Sentenza, Corte di Cassazione 18507 del 21 Settembre 2016
Dipendente filmato da agenzia investigativa, il controllo è lecito:

In questa sentenza viene ribadito che il datore di lavoro, per accertare lo stato di malattia di un proprio dipendente, può avvalersi di un istituto di investigazione privata. Essa può, tramite l’utilizzo dei propri mezzi operativi, accertare il reale stato di malattia e quindi conseguente impossibilità lavorativa. Nel caso concreto sono stati utilizzati filmati e fotografie effettuati da parte di un'agenzia investigativa per provare che il lavoratore dipendente che si era spacciato per malato in realtà conduceva una vita normale, compiendo anche attività che il suo "stato di malattia" non gli avrebbe consentito effettuare. La Corte aggiunge la possibilità di utilizzare strumenti come filmati video che faranno piena prova in giudizio. Una volta accertato in giudizio, il datore avrà la facoltà di licenziare il lavoratore “furbetto”.

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